venerdì, 11 Ottobre 2024

Luogo

Frosinone
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Data

20 Giugno 2018

Ora

21:00 - 23:55

Costo

Gratuito

Santi Silverio e Orsmida – Pop Ensemble e Cabaret con Fabrizio Gaetani

Mercoledì 20 giugno, in piazza VI Dicembre a Frosinone, dalle ore 21,00, nell’ambito dei Festeggiamenti dei Santi Patrono Silverio e Orsmisda si terrà l’esibizione del “Pop Ensemble” del maestro Alberto Giraldi, dal tema “La canzone Italiana, percorso tra le note che hanno fatto la storia di tutti”, a cura di Filiberto Palermini.

A conclusione dei Festeggiamenti Spettacolo di Cabaret con Fabrizio Gaetani e Show Pirotecnico.

 

Le origini dei Santi Silverio e Ormisda

Intorno all’anno 480, nella città di Frosinone, viveva una coppia di giovani sposi che, sebbene vivessero in un periodo di decadenza e di barbarie, versavano in una condizione di relativa agiatezza. Si chiamavano rispettivamente Ormisda e Caria di Capua e in quel periodo, dalla loro unione, nacque il loro unico figlio: Celico Silverio. Della sua infanzia si sa solo che dovette separarsi ben presto dall’affetto materno e che, in seguito a quella prematura scomparsa, si trasferì a Roma insieme con il padre, Ormisda.

Papa Ormisda

Papa Ormisda

Quest’ultimo trovò conforto presso i chierici della Chiesa romana, divenne diacono di Papa Simmaco e venne eletto a sua volta Papa il giorno dopo la morte del suo predecessore. Era il 20 Luglio del 514. Fino a quel giorno Silverio aveva ricevuto dal padre un’educazione seria e cristiana e seguì le sue orme divenendo suddiacono. Ormisda fu un grande Papa. Egli governò la Chiesa di Roma nel periodo in cui in Italia regnava Teodorico, re dei Goti, e in Oriente Anastasio, imperatore bizantino. Nonostante quella situazione riuscì, durante i suoi nove anni di pontificato, a ricucire lo scisma all’interno della Chiesa in Italia, sottoscrisse una formula teologica con Giustiniano durante il concilio di Costantinopoli, passata alla storia come “formula Ormisda”, con la quale ribadì l’autorità del Papa e bandì tutte le eresie imperversanti. Restituì ai loro Ministeri i vescovi cattolici cacciati dall’Africa e confinati in Sardegna dai Vandali e debellò una schiera di monaci sciiti che, giunti a Roma, pubblicizzavano una “formula magica” che avrebbe, a loro detta, dovuto risolvere ogni controversia cristologica in quei tempi difficili. Era quindi naturale che con cotanto padre, il giovane Silverio fosse stimato ed amato. D’altro canto egli nutriva un grande amore ed un profondo rispetto verso il genitore tanto che, alla morte di quest’ultimo, compose un’iscrizione funebre di altissimo valore storico: l’UNICO documento letterario lasciato da Silverio, che testimonia l’attività di Sant’Ormisda e che allo stesso tempo svela il sentimento che il nostro Santo Patrono nutriva verso suo padre.

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